venerdì 5 gennaio 2024

T’ASPETTO…

T’ASPETTO…


Sono morto d’inverno 

Davanti al mio albero 

Che sorge 

Spettacolare

Come un tramonto 

Tra le nubi d’opale

 

T’aspetto tornare…

 

La, in fondo al giardino 

Dove tessevi 

In Ghirlande di fiori 

Il nostro amore perfetto

Nella trasparenza della lunaria 

Mettevi 

   semi d’autunno

Intrecci ai noccioli

E colori magnifici…

 

“M’incanti!” 

 

Dicevo ridendo 

E mi guardavo 

 nel fiorire riflesso

Del tuo volto perfetto 

La carezza del vento

Ai milioni di fiori sepolti

Nella luce d’estate  

 

T’aspetto tornare 

 talvolta 

 

In un silenzio che canta, 

Ma la mia vita m’annoia

Adesso che

 rispetto Ad allora

 cammino più lento 

Respiro calmo  e sorrido

Sorrido e

 

T’aspetto tornare…

 

Nel mio riflesso 

Dentro alla luce di maggio

Del tuo volto perfetto.

 

 





martedì 14 novembre 2023

PALLOTTOLE!

 

PALLOTTOLE!

 

 Voglio ancora provare,

Pensare

Se mi funziona la mano  

Se le idee

Corrono alle parole

Lungo il bordo sottile

Del fiammifero tra le labbra


E le pallottole,

Mentre mi trasporto in cucina

Mentre disegno,

 Tiro

Sulla nebbia di fuori,

di schiena alla finestra,

le strade diserto

attraverso

il mio Sorriso rivesto:


… così, io, non lo avevo mai visto!


Quasi immobile nel buio

lo si distingueva di rado;

… vestiti e stracci

certe volte,

addolorato,

mi sdraio 

in piedi al plotone

che solo adesso

mi fa l’occhiolino:

  Alle mitragliatrici

dichiaro che ti amo!

ancora adesso

che non ricordo 

il tuo bellissimo nome,

che i miei libri sul letto

di fiori guardano

mentre un film spettacolare

scorre

sulla spiaggia piena di pioggia

io 

comincio a raccontare,

fra i cespugli spinosi,

davanti alle fermate degli autobus,

una specie di languore

che mi ribella il cuore,

diafano 

   e mogio,

Però con riverenza al coraggio

che ho di dirti per strada

 Con un filo di voce,

con un fiammifero fra le labbra

Tutto intorno

in fondo

ti amo ancora

mentre ti tengo la mano.

 

martedì 22 novembre 2022

FORTE FORTISSIMO

                                                                                                                                                                          

FORTE FORTISSIMO

 

Il segreto

deve essere questo:

“… tacere quando non hai niente da dire

e fare silenzio quando

invece hai molto da raccontare …”

 

Aneddoti e salario

poi

quando suona la sirena

sollevare il culo

prendere le scatole bucate

            anche  le scarpe

fare ritorno fumante

verso

il camino di casa

nell’inverso splendido dell’inverno

 e le braccia

         dentro

alle maniche vermiglio

della  mia camicia a scacchi

sognante)

                   (d’essere,

addirittura fortissimo,

una lettura asimmetrica

un ondeggiare

senza

conseguenze visibili;

ignorare del  tutto la lingua

 che ti passo e ripasso

nella fessura tra i denti  bianchi

mentre  la neve a fiocchi

affonda

sulle finestre cadute:

infondo

ciascuno a modo suo

con tono autoritario

si scusa per il disturbo

arrecato

al mondo circostante

 che gli darei

              fuoco fatuo   

Io

ed il mio affetto per le idee

io

che dormo quando risveglio

sbadiglio

nel giorno

Io

che sono peggio d’una disgrazia

che brucia

forte fortissimo

come una fiammella

nel buio pastello

di qualunque momento

della mia irreversibile

insoddisfazione

ma forte forte 

forte fortissimo.   

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

 

                                                                                                                                       

giovedì 10 marzo 2022

Київ

 

Київ

  

Non posso prescindere dal contesto

e

mi son messo nascosto

sotto terra

 nel buio di  giorno,

 

tutto intorno luci violente

e rumori di bombe

e canti

nella fine dalla vita urbana...

 

…t’ho ho visto morire

nel fragore 

in nome d’una sofisticata cultura artistica,

incentrata sulla quantità

 non sulla umanità.

 

Tuttavia l’aspetto più importante

rimane

 

la necessità di evasione

fatta apposta per sollevare lo spirito.

 

E’ vero,

Non posso  prescindere dal contesto

Ma

mi sono alzato in piedi

nei bagliori della  notte,

prima della  fine dalla mia vita umana …

 

con la bocca aperta, 

la testa all'in su 

e la pioggia battente a baciarmi la lingua.

 



 

venerdì 19 febbraio 2021

Lei Ámèrica


 

Lei Ámèrica

 

La ricordo

Bellissima

     In ogni sera d’estate

Lei Ámèrica

Correva …

Nel verso del treno

… correva

al sibilo

pesante

nell’aria spezzata

ed umida …

La notte, poi, è fatta apposta

per la carne di donna

senza dubbi …

     ma la domenica …

       , accovacciato

nella navata centrale

pregavo

      con calma

 

:“… Ho avuto il coraggio di sparare!”

 

Contro il portone di un fienile

Mi diceva

: “Sono gli uomini che perdono

Quando prendono

Le cose troppo sul serio

 

mentre La guardavo

nella perplessità

le sentivo sgattaiolare

tra le dita

quella curiosità

strana e morbosa

che mi sbottonava i calzoni

… il suono di insetti

, sbatti e ribatti

                   Insisteva

tra noi distesi …

e le ascoltavo

    L’onestà brutale

, le braccia

, la bocca

  che scorreva di fianco

Arrivare

Piena di ricompensa

 

Venivamo qui

        tutte le estati

ricolmi d’odori notturni

su un’auto a noleggio

    , sempre qui

Nei pressi

       del Passaggio a livello

 

“… per guardare i treni correre veloci”

      , ribatteva

alle mie domande compresse

Mentre salivamo  

entrando

caldi d’agosto

, di tanto  intanto

Buttavamo riflessi

attraverso il filo rotto

 d’una finestra

l’ombra d’ebano

proiettata nuda

  dall’avorio dei corpi

sudati

 

          La torre e la campana

 Stavano dietro alla casa

tinta vermiglio

 

nemmeno Lei

Penso lo sapesse

: qui i bambini d’Autunno

Facevano lezione di canto e preghiera

                                                                                                                                        

Lei Ámèrica

Con La sua impertinenza

 Priva di pentimento

D’una Simpatia delicata

e Impaziente

Come il perimetro d’un cerchio …

 

In Requiem

:“Ricorda per sempre

… il nostro amore pazzesco

fatto d’un silenzio nascosto!”

 

 e mi si spezza ancora il fiato

Pensarla

, sentirla

per ogni parola di Lei

 che mi esplode dentro …

 

Qui, ora, ci torno solo l’inverno

nella distanza del tempo

imbocco la discesa

Sull’erba morta

di là dal cancello azzurro

In quel silenzio di tomba …

Rivedo

Lo zelo intrigante

di mani giunte

piene di rabbia in preghiera

di labbra scucite

piene d’invidia repressa

ad ogni possibile pettegolezzo umiliante …

 

La ricordo

Bellissima

     In ogni sera d’estate

, Lei Ámèrica

“… La tua schiena bianca

Una stanza piena di noi

Con la finestra spalancata

Sul filo dei nostri respiri …”

 

giovedì 12 novembre 2020

EYA UNA.


 

EYA UNA.

 

Dentro l’immagine eterna che ho di lei.

 

Alzava piano la testa

 

E il volto

       (avorio d’Africa

                 e Centro America

 

era sempre indice

d’Una musica magnifica

 

         ;in quel quadro

 

Le darò il mio nome

               :Eya Una!

 

 Una

bambina

coi capelli rame

che il rame del resto

 

è oscuro

come un’isola all’alba

 

Per quel che conosceva lei

del suo lato

        tutto diverso

 

Non occorreva più nemmeno un passo

verso

   La condizione ideale

raggiunta

 

nell’universo imprevisto

       della sua fervida carnalità

 

L’elemento erotico

 

Subito alla prima difesa

                  talvolta ipocrita

era

Come Un testo liturgico

 

Colmo di tutte quelle banalità

Perfettamente allineate

 

ma prima del grande pasto

        Gli animali più feroci

si avvicinano

            pacificamente

 

così

,come L’uomo

stende

 il braccio

         Subito

 

  alla prima frase

            nell’improvviso

 

m’era mai

venuto in mente

che All’università

non si tratta soltanto

di insegnare

          senza il piacere

 

, di gustare

Frasi

  versi

    e luce d’agosto.

 

Lodarla

Ogni giovedì

 

Questo facevo

 

Sopra tutto

     questo Sopra

 

nelle Numerose lettere

recapitate e scritte

 

In un mare d’affanno

 

le venne imposto

di mettere le scarpe ai piedi

 

ma come si può

mettere alle ali le scarpe!?

 

Fu trascinata

In Un lavoro pieno di abnegazione

 

Lontana alla mia mano

Fu trascinata

Dove Si agita

    da un luogo all’altro

La regola del decoro

 

Una fortuna sfacciata!

, non c’è altro da dire.

 

 

Bisogna ammettere

però

che il lavoro giornaliero

 

fa nobile

    l’uomo di basse origini

nel rigore

    delle sue forme di vita

 

la fissavo e basta

 

Eya Una

Con la schiena

appoggiata alla pioggia

 

nella distanza

 

che batteva la mezzanotte

 

dentro l’immagine eterna che ho di lei.

 

 

 

 

sabato 23 maggio 2020

SULLA MIA MANO


SULLA MIA MANO                                                                                       


Con le dita ricamo
 occasioni

                    sature

Del tuo respiro
                        
                ( ma Quanto deve durare …

Un  bacio?

                         e M’illudo di potere

Ad ogni sillaba
                        nel chiaro di luna

 Che arresta la mano

                        Su ogni goccia smessa di piovere

Sulla terra di pietra
Sui tuoi occhi neri
                               e rari

Di quelle solitudini immense
Di quei luoghi silenzi
dentro alle notti  inumide                      
  
                                 Non buie però

in cui Socchiudiamo la bocca
e In punta di lingua …

                     , finalmente

…  profumo di fiori

così nella stanza
Quei respiri Dolci
             ed amari anche

sulla pelle che avanza

Ti chiamo  
, Di tanto in tanto
sospiri
, e Mi basta

L’Ondata rossa di sangue fluisce
sulle mie note allineate a distanza

              che sono un confine

da Accarezzare, si
di tenerezza, si

          ma violenta però

come Quando
                 sceso dal treno

     non mi preoccupavo granché
 di sapere di te
    io volevo il bacio diretto

sapido
            e  tremante

e il sapore del mare

“ Quella fu una giornata particolare …”
, dici …

Certo
, rispondo …

 dovuta
 ad abilità personali

, Al  vino versato
      sul tavolo nuovo

                      e Ti rubavo brutale

l’espressione impressa

                di un ladro in flagrante

sulla mia mano

                                poi Uno stupore

   Finalmente
 , iniziavo ad avere da te

di fronte …  di dentro …
               
                  in quel principio d’estate

Su Per la strada di casa
 sulla parete
                         appesa

ai fazzoletti di colori sgargianti

                        toccavo

per l’eterno d’un intero secondo 

 Studi
 , letture
   , meditazioni

Escogitavo i piani più terribili

Pieno di te
 persino

il Persistente senso di inquietudine

Si opponeva al conflitto

                         e M’illudevo di potere ancora

d’ogni sillaba
                        nel chiaro di luna

in quelle solitudini immense

Di quei luoghi silenzi

dentro alle notti                       

                        Su ogni goccia smessa di piovere

Sulla terra di pietra

Sui tuoi occhi neri

Sulla mia mano