giovedì 25 settembre 2014

"Dai Ale, andiamo a farci un giro, che mi scappa da pisciare". A Dalì.



 "... estremamente intenso e grande", l'etimo è questo; il rimando, almeno, decide la questione in questi termini. 

Però io continuo a guardarti e non posso fare altro che guardarti, mentre ti spegni, lentamente, senza che io possa... e che altro potrei "fare" se non stare guardare?, un guardare che mi costringe a vedere, un vedere che è intuire l'atrōce(m), e la sua deriva è l'āter: il ‘nero’.

Stai lì con quel "muso di cane" che è una delizia per gli occhi, ma un abisso per il cuore; e già perché lo vedo che mi dici "...lasciami andare che non ce la faccio più nemmeno a pisciare...lasciami andare".

Ed io che ti vorrei lasciare andare e restare, poi, però... ancora un poco perché, forse sì, ce la possiamo fare ... ma che possiamo fare tu ed io?, io che son niente e tu almeno un cane, il "mio" cane, ma poi lo so, che sono io che son tuo, e non il padrone, che vuol dir niente... BESTIA CHE SONO!, quando lo penso anche per un istante solo.

E ti vedo, lì, soffrire con garbo, silenziosa, con quella dignità regale che un uomo a mala pena sa scrivere, e poi, mentre lo fa, si pasticcia la lingua del pensare; comincio a frignare, e tu che mi guardi come a dire..." ma che ti metti a fare, su, lascia stare."

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Adesso ascolto il tuo respiro, carico del male che t'uccide; sì d'accordo, un poco anche l'età fa la sua parte; quell'età che ci attraversa tutti, senza esitare... come me, come te, che sei ancora qui per me che non so come fare a lasciarti andare, e mi vorresti consolare, battermi la zampa sulla spalla e dirmi, a mo' di scherzo,..." dai, mi sembri un bimbo che ha perso la sua palla.".

Tu sì, invece, che sai sempre come fare a conquistare il mio cuore ignorante, il mio bel volto di gigante.

Appoggia, dai, il tuo bellissimo muso sulla mia gamba, mentre leggo libri seri e intelligenti, forse troppo per lasciare spazio all'amore: se non fosse per te sarei rimasto il somaro che sono ... no, no, non di libri, certo, lo so che di quelli sono perfino troppo "obeso", sempre così preso dal danzare della mia intelligenza stellare... e tu lì a guardare quell'uomo sospeso, che spesso non si sa più nemmen trovare; neppure quando si siede a mangiare riesce a smettere di pensare... ti sento ancora respirare, "AMOREMIODELSAU", ti chiamo sempre così, t'ho sempre chiamata così e tu...


... " dai Ale, andiamo a farci un giro, che mi scappa da pisciare". 











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