Alessandro Tesini
ENTE ED ESSERE IN TOMMASO D'AQUINO - UNA PRO-VOCAZIONE (*)NOTE AL "DE ENTE ET ESSENTIA" - 25/10/1985
IL "DE ENTE ET ESSENTIA" IN SINTESI.
L'ente si fa o si dà presente all'essere, come l'essere sta posto presente com-partecipe all'/dell'ente.
L'essere può divenir chiamato, in quanto chiamante sé, come consistenza sussistente di condizione essenziale di principio d'esistenza; l'essere quindi, come stato massimale dell'ente, luogo ove non è precluso incontro alcuno con l'alterità.
(*) La parola pro-vocazione, distinta dalla linea di separazione-unione, è da intendersi qui nel senso primigenio della stessa, ossia nella sua accezione latina (provocatio, provocatus, provocare) "chiamare fuori, far uscire", composto di pro, avanti, e vocare, chiamare. Qui si tratta di una chiamata in favore (pro infatti è a difesa, in favore) di qualcosa o di qualcuno.
... ha quindi, poi, la possibilità di divenire essere in -ci (-ci è ciò che si trova in potenza alla possibilità dell'atto; ancora, -ci è, qui, da considerarsi nel significato dell'avverbio latino hic, qui in questo luogo e in questo tempo; così, l'essere in -ci è fattualmente qui, adesso, com-presente all'attimo; cioè cosa/res che è essenza naturale in entità all'individuo ... che cos'è? È cosa che è! "...è cosa per cui e in cui ogni cosa possiede il suo essere; cioè, è ciò che fa sì che ogni cosa sia quella determinata cosa".
L'ente si fa o si dà presente all'essere, come l'essere sta posto presente com-partecipe all'/dell'ente
L'ente ancora come la cosa
che possiede l'atto di essere |
l'essere costituirebbe l'atto
nell'ente, ma è separato dall'essenza |
L'essere può divenir chiamato
|
c'è uno stato di acclamazione qui
ed è un chiamare a gran voce ciò che viene riconosciuto |
esprime la possibilità
la sua essenza si ritrova nel com-possibile |
c'è una volontà nominale e nominante verso ciò che si fa
conoscibile dandosi al conoscente - colui che vuol conoscere, ma anche colui
che già conosce in quanto ci ha conosciuti per primi, ed in questo ci
ri-conoscerà - perché noi conosciamo nominando
|
L'essere, quindi, come stato massimale dell'ente, luogo ove non è precluso incontro alcuno con le alterità.
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