NELLE SERE D’INVERNO.
Amavo l’inverno
Lo amo ancora
Quando da bambino
Lanciavo palle di neve
Contro i colori dei
vetri
mandavo in
frantumi
Litanie urlate a
brandelli
Verso i miei versi
A volte lo facevo sotto
la pioggia
Nelle sere d’inverno
Fino ad appannarmi le
labbra
il calore del
cuore usciva
in un vapore denso
profumato di
muschio
ma non parlavo mai di
gelosia
Solo
mi giravo di
schiena
infilando i pugni
stretti
Nelle tasche sfondate
dei miei calzoni rossi
La mia vita in quella
casa non è stata troppo male
e la neve
mi ha sempre
tenuto caldo
Quando fuori
nelle mattine di
gelo
il fumo faceva da
respiro
alla terra spaccata
esitavo piano
prima di
andarmene
Vedevo mia nonna
seduta sopra una
tomba
Come ogni corsa
giù per la strada
erosa
ai margini
infallibili
Della mia gioia sterrata
In fondo
il numero dei
gradini non importava
Attraversavo la piazza
le gambe larghe
le ginocchia
piegate
Passo dopo passo
dopo ogni passo
Davanti alla casa col
muro
bianco
La morte di mio padre
avrei potuto
e liberarmi
dell’amore
Ma all’amore non si
comanda
e certi gesti per me
sono incomprensibili
La mia vita in quella
casa non è stata troppo male
e la neve
mi ha sempre
tenuto caldo
C’erano fiori dentro
alle finestre
i vetri coperti di
ghiaccio
tanto dolce e loquace
che per far presa con le
mani
picchiavo
sul tempo
L’aria rarefatta
Dei miei anni felici
Veloci
Ribelli
A volte c’è da chiedersi
quanto
debolmente
le parole ci abbandonano
che inghiottire è un
tormento
Facce bianche senza
tracce
tutt’orecchi
e naso all’insù
appoggiato alla vanga
indietro la testa
Nelle sere d’inverno
per tutto quel
tempo riflesso
in cui mi veniva da
piangere
ho pianto
nel bagliore
straordinario dei lampioni
mentre sotto
cadeva la neve
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